Opinione
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Come Washington ha perso la sua sfida per contrastare l'influenza della Cina in Africa
Le amministrazioni statunitensi consecutive non hanno dato priorità all'Africa, concedendo alla Cina piu’ tempo e  spazio necessario per lasciare il segno nel continente.
Come Washington ha perso la sua sfida per contrastare l'influenza della Cina in Africa
Biden
22 gennaio 2025

Per anni, l'influenza economica di Washington in Africa è rimasta stagnante.


Sanzioni, scarsa priorità politica, approcci selettivi e volumi di investimento altalenanti hanno fatto sì che gli Stati Uniti abbiano poco potere finanziario nella regione.

Pertanto, non ci si può aspettare miracoli dalla visita improvviso  del presidente statunitense Joe Biden in Angola, che realizza il suo primo viaggio in Africa dall'inizio del suo mandato nel 2021.

Il tempo preferito per la  visita  lancia  un messaggio significativo sulle priorità degli Stati Uniti: Biden sarà il primo capo di Stato americano a visitare l'Africa subsahariana in quasi un decennio. "La visita del Presidente a Luanda... sottolinea l'impegno continuo degli Stati Uniti nei confronti dei partner africani e dimostra come la collaborazione per affrontare sfide comuni porti benefici al popolo americano e a tutto il continente africano," si legge in una dichiarazione della Casa Bianca pubblicata sulla visita.

Uno degli obiettivi di Biden per il viaggio è cercare di contenere la crescente influenza economica della Cina in Angola e oltre. Tuttavia, i significativi investimenti cinesi e le varie offerte di sviluppo suggeriscono che Washington abbia perso questa opportunità già anni fa.

Entrambi i paesi competono per l'accesso alle riserve africane di minerali delle terre rare.


La Cina, in particolare, punta a sfruttare i mercati commerciali e i porti dell’Africa, mentre gli obiettivi di Washington nella regione includono prevenire il regresso democratico e mantenere una rete di partnership militari e commerciali "affini".

Investment Gap

Washington ha costantemente faticato a promuovere investimenti multisettoriali in Africa.

Dall’industria e l’agricoltura agli investimenti verdi e al finanziamento energetico, la Cina continua a dare priorità a settori centrali per il futuro sviluppo dell’Africa. Piattaforme come il Forum per la Cooperazione Cina-Africa (FOCAC) hanno svolto un ruolo importante nell’allineare le esigenze finanziarie dell’Africa al supporto allo sviluppo cinese, consentendo a Pechino di presentarsi come un campione della modernizzazione del continente.

È proprio qui che l'influenza economica dell'amministrazione Biden si è rivelata insufficiente. Sul fronte energetico, gli Stati Uniti hanno promesso milioni per migliorare l'accesso alle energie rinnovabili in Africa. Tuttavia, i volumi d’investimento si sono rivelati inadeguati rispetto alle crescenti esigenze di investimento energetico del continente.

Dall’altro lato, la Cina ha investito miliardi in progetti di energia verde e considera i prestiti agevolati uno strumento per stimolare la crescita a breve termine dell’Africa. Mentre Washington ha ripetutamente messo in guardia sui rischi del debito e dei prestiti cinesi, non è riuscita a intensificare i flussi di investimenti esteri verso le economie africane già sotto stress finanziario, spingendole ulteriormente nell’orbita di Pechino.

L'incertezza politica ha ulteriormente limitato la competizione efficace con la Cina.
La visita di Biden in Angola avviene a circa 40 giorni dalle elezioni presidenziali statunitensi, e c’è una concreta possibilità che l’ex presidente Donald Trump torni al potere a novembre. Se ciò accadesse, Biden potrebbe non riuscire a mantenere la promessa centrale della sua politica africana: 55 miliardi di dollari in investimenti multisettoriali entro il 2025, di cui circa 44 miliardi sono stati finora investiti.

Durante il suo mandato del 2016, Trump si è rifiutato di visitare l’Africa e ha costantemente minimizzato l’importanza del finanziamento per l’energia pulita e dell’impegno diplomatico verso il continente. Il suo messaggio per l’Africa è chiaro: non è una priorità di politica estera.

L'influenza economica della Cina, invece, non è soggetta a tali vincoli.
Al vertice dei leader FOCAC a Pechino di questo mese, il presidente cinese Xi Jinping ha promesso quasi 51 miliardi di dollari in finanziamenti per l’Africa nei prossimi tre anni. Politiche commerciali costanti garantiscono inoltre che la Cina rimanga il principale partner commerciale dell’Africa subsahariana.

Grazie al suo coinvolgimento frequente con 53 paesi africani, la Cina è meglio posizionata per realizzare obiettivi politici di grande portata, come la creazione di un milione di nuovi posti di lavoro sul continente. Considerando l’enorme scala del coinvolgimento economico della Cina in Africa, Biden deve abbandonare l’assunzione secondo cui l’obiettivo fondamentale di Pechino nella regione sia indebolire "i rapporti tra gli Stati Uniti e i popoli e governi africani."

Questa visione riflette un approccio reattivo all’influenza cinese in Africa, piuttosto che un impegno per costruire la relazione USA-Africa per i suoi propri meriti.

 PGII contro l’iniziativa della Via della Seta.

La decisione di Biden di visitare Luanda è una mossa calcolata.

L’Angola è un elemento centrale del Corridoio di Lobito, un progetto di punta dell’iniziativa Partnership for Global Infrastructure and Investment (PGII) sostenuta dagli Stati Uniti.

Il corridoio mira a migliorare la connettività ferroviaria tra il porto di Lobito in Angola, la Repubblica Democratica del Congo (RDC) e lo Zambia, e viene presentato come un contrappeso alla Belt and Road Initiative della Cina in Africa.

 Tuttavia, il contenimento della Belt and Road Initiative (BRI) non ha dato i risultati sperati.
Innanzitutto, Biden ha adottato un approccio sempre più selettivo nella scelta dei paesi con cui collaborare nell'ambito della Partnership for Global Infrastructure and Investment (PGII). La sua amministrazione ha dato priorità a consultazioni con Angola, Repubblica Democratica del Congo (RDC), Tanzania e Zambia, mentre 52 nazioni africane sono attivamente coinvolte nella BRI.

Affrontare le riserve dell'Africa verso l'Occidente

Per migliorare l'attrattiva regionale del PGII, Biden deve anche affrontare le riserve dell'Africa nei confronti delle azioni occidentali. Tra queste, vi sono richieste di eliminare le "sanzioni di lunga data" imposte a paesi come Eritrea, Sud Sudan, Sudan e Zimbabwe, al fine di promuovere il loro sviluppo sociale.

Sarebbe stato più sensato per Biden concentrare il suo primo viaggio in Africa su nazioni che si sentono emarginate dalle priorità di sviluppo degli Stati Uniti. Una presa di posizione concreta contro sanzioni controverse è cruciale per ottenere maggiore fiducia dagli Stati membri dell'Unione Africana (AU) e per dimostrare che gli Stati Uniti sono seri nell'affrontare le sfide comuni "in tutto il continente africano."

L'Unione Africana svolge un ruolo fondamentale nel definire le priorità di sviluppo a livello regionale e le prospettive di integrazione economica. Washington dipende dall' Unione Africana(AU) per rafforzare la cooperazione USA-Africa in settori come economia, sicurezza alimentare, salute, clima e buona governance.

 Connettività transcontinentale e infrastrutture energetiche

Il secondo limite del PGII riguarda la connettività transcontinentale e le infrastrutture energetiche, che non possono avere successo in isolamento.

Gli Stati Uniti devono posizionare gli Stati africani meno sviluppati al centro dell'agenda energetica regionale e del commercio globale del PGII. Sebbene il Corridoio di Lobito sia concepito per favorire il commercio internazionale e l'accesso ai minerali attraverso il porto angolano, esso offre un’utilità limitata agli altri paesi africani al di fuori della catena di approvvigionamento dei minerali critici.

Per migliorare l'efficacia del PGII, è necessario un approccio più inclusivo, che garantisca che anche i paesi non direttamente coinvolti nei corridoi infrastrutturali traggano benefici tangibili dallo sviluppo sostenuto dagli Stati Uniti.

Questo evidenzia una debolezza strategica del PGII, poiché la connettività dei trasporti rimane fortemente incentrata sull'accesso ai minerali critici in Africa.
A meno che Washington non decida di ampliare la competizione con la Belt and Road Initiative (BRI) nei settori delle ferrovie ad alta velocità, dello sviluppo portuale, delle reti di trasporto multimodale e delle infrastrutture per la generazione di energia, sarà difficile per gli Stati Uniti rimodellare l'influenza economica a proprio favore e attrarre nella propria orbita i numerosi partner strategici della Cina.

 Limiti degli investimenti multisettoriali statunitensi

Visti i limiti delle offerte infrastrutturali e degli investimenti multisettoriali degli Stati Uniti in Africa, la visita di Biden in Angola difficilmente influenzerà la costruzione dell'influenza cinese.

Si tratta semplicemente di onorare una promessa a lungo rimandata di visitare uno stato ricco di risorse, dove la cooperazione allo sviluppo rimane limitata a un ristretto numero di nazioni africane.

 

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