Cultura
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Dal punto di vista dei detenuti: il documentario sulle carceri dell'Alabama
Il documentario intitolato "The Alabama Solution" ha debuttato al Sundance Film Festival, portando alla luce i segreti oscuri delle prigioni dell'Alabama e mettendo in evidenza problemi sistemici come violenza, lavoro forzato e corruzione.
Dal punto di vista dei detenuti: il documentario sulle carceri dell'Alabama
Dal punto di vista dei detenuti: il documentario sulle carceri dell'Alabama
12 ore fa

I detenuti del sistema carcerario dell'Alabama hanno consegnato ai produttori del documentario immagini scioccanti che documentano le terribili condizioni di vita.

Il documentario, diretto da Andrew Jarecki e Charlotte Kaufman, è stato proiettato per la prima volta questa settimana al Sundance Film Festival di Park City.

 Jarecki e Kaufman hanno iniziato a interessarsi alle carceri dell'Alabama nel 2019. Conosciuti per lavori come "The Jinx" e "Capturing the Friedmans", i due registi hanno avuto inizialmente accesso a determinate aree durante un incontro religioso nel cortile di una prigione, accompagnati da un cappellano.

 È stato in quell’occasione che alcuni detenuti hanno preso da parte i produttori per raccontare storie scioccanti sulla realtà della vita dietro le sbarre: lavoro forzato, droga, violenza, minacce, ritorsioni e la verità nascosta dietro numerose morti in carcere.

 L’Associated Press ha pubblicato diverse inchieste approfondite sui problemi del sistema carcerario dell’Alabama, tra cui l’alto tasso di violenza, la carenza di personale, il calo delle concessioni di libertà condizionale e l’uso dei fondi per la pandemia per costruire una megacarcere.

 Durante questo percorso, i registi sono entrati in contatto con due attivisti detenuti, Melvin Ray e Robert Earl Council (noto anche come "Kinetik Justice"), che da anni tentano di portare alla luce le terribili condizioni e la corruzione radicata all’interno del sistema.


Gli attivisti hanno aiutato i produttori a ricevere informazioni tramite telefoni cellulari di contrabbando.

 "Abbiamo sempre avuto grande preoccupazione per la loro sicurezza, fin dal primo giorno in cui li abbiamo conosciuti", ha dichiarato Kaufman. "Come si vede anche nel film, hanno subito ritorsioni estremamente violente. Tuttavia, ci sono avvocati pronti a effettuare controlli sul loro benessere e a visitarli in caso di rappresaglie."

 Durante la prima proiezione del film, Charlotte Kaufman ha trasmesso in sala la voce di Council, tenendo il microfono accanto al suo telefono cellulare.

 Tra il pubblico erano presenti anche alcuni familiari dei detenuti. Tra loro c’era Sandy Ray, madre di Steven Davis, ucciso nel 2019 nel Penitenziario di William E. Donaldson, picchiato a morte fino a diventare irriconoscibile.

 Le autorità carcerarie hanno dichiarato che Davis è stato ucciso per legittima difesa, sostenendo che non avrebbe deposto le armi. Tuttavia, i detenuti raccontano una versione completamente diversa.

 Alelur "Alex" Duran, che ha trascorso 12 anni in carcere a New York, ha contribuito alla realizzazione del documentario. Jarecki ha sottolineato che non avrebbero affrontato un argomento così delicato senza l’esperienza diretta di qualcuno che ha vissuto in carcere.

"Quello che vedete in questo film accade in tutto il Paese", ha dichiarato Duran.

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